15 febbraio 2019

L'amaro fardello


Quante volte avrete sentito dire che il lavoro nobilita?
Non è proprio così, non si diventa nobili lavorando, ma il lavoro è comunque quella attività che ci consente di vivere dignitosamente.
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro perciò il lavoro è un diritto e non può essere considerato un privilegio.
Purtroppo con la profonda crisi economica affrontata, migliaia posti di lavoro si sono persi, creando difficoltà esistenziali a parte della popolazione.
“LAVORO” è questa la criticità del nostro paese e questo governo arrogante e litigioso, pieno di contrapposizioni e di manine traditrici, promettendo cambiamenti radicali ha di fatto peggiorato i rapporti con tutto il mondo estero, con il risultato di non attirare investitori stranieri e di far scappare quelli rimasti.
Un paese che vuole uscire da una crisi economica non può basarsi unicamente su due provvedimenti assistenzialistici (reddito di cittadinanza e quota 100) dimenticando investimenti sulle nuove tecnologie, sul territorio, sulle grandi opere e su tutto quanto che potrebbe creare occupazione.
Per finanziare i due progetti cardini sopra citati si è pensato bene di bloccare l’adeguamento all’inflazione per tutte le pensioni con importi da 1.500 euro lordi. Bisognerebbe far presente ai nostri governanti che se i penultimi dovranno aiutare gli ultimi, così diventa complicato visto loro stessi diventeranno presto ultimi.
Se ora in Italia sopravvivono 5 milioni di poveri a fine legislatura probabilmente raddoppieranno, purtroppo il ceto medio andrà quasi a sparire e si renderà evidente una netta frattura fra i ricchi e i poveri (e non si sta parlando del famoso gruppo canoro) e crescerà il malessere di uno stato sociale che fino a ieri sembrava superato.
Ai posteri l’amaro fardello, saranno loro a pagare tutte le conseguenze di questo pessimo governo.