Quante
volte avrete sentito dire che il lavoro nobilita?
Non
è proprio così, non si diventa nobili lavorando, ma il lavoro è comunque quella
attività che ci consente di vivere dignitosamente.
L’Italia
è una Repubblica fondata sul lavoro perciò il lavoro è un diritto e non può
essere considerato un privilegio.
Purtroppo
con la profonda crisi economica affrontata, migliaia posti di lavoro si sono
persi, creando difficoltà esistenziali a parte della popolazione.
“LAVORO” è questa la criticità del nostro paese e questo governo
arrogante e litigioso, pieno di contrapposizioni e di manine traditrici,
promettendo cambiamenti radicali ha di fatto peggiorato i rapporti con tutto il
mondo estero, con il risultato di non attirare investitori stranieri e di far
scappare quelli rimasti.
Un
paese che vuole uscire da una crisi economica non può basarsi unicamente su due
provvedimenti assistenzialistici (reddito di cittadinanza e quota 100) dimenticando
investimenti sulle nuove tecnologie, sul territorio, sulle grandi opere e su
tutto quanto che potrebbe creare occupazione.
Per
finanziare i due progetti cardini sopra citati si è pensato bene di bloccare l’adeguamento
all’inflazione per tutte le pensioni con importi da 1.500 euro lordi.
Bisognerebbe far presente ai nostri governanti che se i penultimi dovranno
aiutare gli ultimi, così diventa complicato visto loro stessi diventeranno presto
ultimi.
Se
ora in Italia sopravvivono 5 milioni di poveri a fine legislatura probabilmente
raddoppieranno, purtroppo il ceto medio andrà quasi a sparire e si renderà
evidente una netta frattura fra i ricchi e i poveri (e non si sta parlando del
famoso gruppo canoro) e crescerà il malessere di uno stato sociale che fino a
ieri sembrava superato.
Ai
posteri l’amaro fardello, saranno loro a pagare tutte le conseguenze di questo
pessimo governo.