30 giugno 2019

Democratica | Il sito di informazione del Partito Democratico 

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20 giugno 2019

Comunicato stampa


In riferimento agli articoli apparsi sul periodico NERVIANO DEMOCRATICA, dal titolo “NERVIANO 25 APRILE, COMUNICATO STAMPA” e il  IL VISCONTE DIMEZZATO CI PERDONI CALVINO L’ARDIRE,  nonché ai commenti che ne sono conseguiti su facebook, teniamo a precisare che il rincrescimento espresso per i fatti ivi descritti non era in alcun modo diretto a muovere intenti denigratori nei confronti del funzionario pubblico intervenuto che nel frangente stava adempiendo ai suoi doveri, ma a coloro, ovviamente diversi da lui, che ne avevano sollecitato l’intervento. Il riferimento alla figura letteraria del Visconte dimezzato, lungi dall’avere alcun intendimento denigratorio od ingiurioso intendeva descrivere il disagio, che ci sembra di aver avvertito, di colui che si è trovato nel mezzo di una disputa in cui ciascuno asseriva di essere nel giusto e l’altro nel torto. Ci spiace, quindi, se qualcuno possa essersi sentito offeso dal contenuto degli articoli e di ciò ci scusiamo, certi che per il futuro una maggior accortezza eviterà il ripetersi di episodi che possano compromettere un sereno rapporto tra le istituzioni”.

02 giugno 2019

L'eredità? | L'editoriale della domenica


Nel 2009 Beppe Severgnini si era inventata una teoria che diffuse attraverso le pagine del Corriere della Sera. “Quanti quotidiani si vendono ogni giorno in Italia? Più o meno cinque milioni. Quanti italiani entrano regolarmente in una libreria? Più o meno cinque milioni. Quanti sono gli abbonati a Sky? Più o meno cinque milioni. Quanti sono i visitatori dei siti di informazione? Più o meno cinque milioni. Quanti guardano i programmi di approfondimento in televisione? Più o meno cinque milioni. Il sospetto è che siano sempre gli stessi. Cinque milioni. Chiamiamolo Five Milion Club, visto che molti iscritti dicono di sapere l’inglese”.
Ecco. Questo leggevamo in un articolo del Corriere del 2009. Cos’è cambiato in questi dieci anni? Lasciamo volentieri ai nostri undici lettori la risposta. Quanto a noi possiamo aggiungere con una punta di malizia che gli elettori italiani sono molti di più: 46 milioni. Togliamo i 5 milioni di cui sopra e ne restano 41. Chi sono ci domandiamo incuriositi? Le analisi dei risultati elettorali di questi giorni ce ne hanno raccontato il profilo, aiutandoci a farcene un’idea. Ebbene noi almeno tre di questi elettori li conosciamo. Riandiamo con la memoria a una scena della trasmissione televisiva L’Eredità di qualche anno fa. Conduceva Carlo Conti. I concorrenti erano belli e preparati. La domanda semplice: in che anno divenne cancelliere Adolf Hitler? Le possibilità erano quattro: 1933, 1948, 1964, 1974. La prima concorrente rispose: 1948. Il secondo: 1964. La terza era sicura: 1974. La quarta aveva la risposta obbligata ma quasi si scusò per l’assurdità: 1933. Come il sintomo di una sindrome. Sindrome 1933 è il libro di Siegmund Ginzberg appena uscito da Feltrinelli, dove l’autore traccia una analogia tra la situazione odierna e quella degli anni Trenta. Ginzberg ci esorta a riflettere senza gridare “al lupo”. Non siamo nel 1933, siamo solo in un tempo che imita inconsapevolmente il passato. 46 milioni dunque, meno i tre che conosciamo, chi sono gli altri? Ancora una volta ci viene in aiuto quel tale per spiegarci che la narcosi del benessere economico ha ipnotizzato così bene il popolo da convincerla che il suo è il migliore dei mondi possibili e farle considerare assurda una qualsiasi reazione. Nella sua ipnosi il popolo non scorge l’abbassamento, l’involgarimento e la spersonalizzazione del nuovo livello medio. Al contrario, si sente tanto sicuro e potente perché certificato dal possesso di quelle cose che sembrano contare: in realtà è solo indebitato fino al collo per pagare le varie (e comode) rate con cui si è procurato le cose che sembrano contare.  La civiltà del debito la chiama quel tale. E ci fermiamo sulla soglia di un’analisi sociologica che non intendiamo fare. Per carità: la società dei consumi, la Scuola di Francoforte, Marcuse e Pasolini: roba vecchia, da intellettuali radical-chic, come usa dire oggi. Roba da “rosiconi” di sinistra, nell’era della decrescita felice. Perciò ci affidiamo alla nuova stella nel firmamento politico, ha il volto rotondo, la felpa sempre a tono, gli slogan secchi, le dirette facebook. Uno di noi, insomma, il populista perfetto, il profeta itinerante del nuovo corso identitario.

p.s.
Beppe Severgnini scrive ancora sul Corriere della Sera. La “civiltà del debito” è una espressione di Z. Bauman. S. Ginzberg, è giornalista e scrittore, nato a Istanbul e arrivato in Italia da bambino coi genitori negli anni cinquanta.
Speriamo si sia notato l’uso per ben due volte della parole “popolo”.


01 giugno 2019

Elezioni Europee 2019


La Lega è decisamente il partito più forte. Non solo a livello nazionale dove ha superato il 34,3% ma la vittoria della Lega è forte anche a livello locale e a Nerviano arriva al 42%.
Una Lega che ha definitivamente abbandonato il progetto secessionista per diventare nazionalista e di destra e per volere del suo Segretario Matteo Salvini è sempre più simile ai partiti di leader europei come Le Pen e Orban noti per la loro politica xenofoba.
Crolla il M5S dopo appena un anno di governo a dimostrazione che con le promesse mirabolanti e le evidenti lacune in termini di competenza risulta davvero difficile governare.
I successi politici non sono duraturi, la mobilità dell’elettorato è sempre più diffusa e lo confermano gli ultimi risultati rispetto il voto delle politiche e le Europee del 2014 con il PD di Matteo Renzi al 40%.
Un elettorato fluido al quale bisogna rendere conto molto velocemente, soprattutto al Sud dove la priorità di chi ha votato Salvini non è la Tav e l’autonomia differenziata ma il lavoro e la crescita economica.
Dal risultato delle Europee la lega dovrà necessariamente uscire fuori dalla propaganda politica e da una eterna campagna elettorale; ed anche stavolta i nodi verranno al pettine.
Le parabole passano in fretta e la politica avrà sempre più bisogno di politici credibili.
Al PD l’arduo compito di farsi trovare pronto. Il risultato del 22,7% è senz’altro positivo e rappresenta un buon segnale di ripresa per mettere in campo un programma di rilancio del partito e del paese, puntando su ricette differenti da quelle proposte da sovranisti e populisti.
La domanda di uguaglianza, di giustizia sociale e di solidarietà umana è forte nel paese e spetta al PD dare delle risposte.
A NERVIANO il PD con il 24,27% ottiene un risultato significativo.
Un dato superiore al risultato nazionale del partito e al risultato ottenuto con le politiche del 2018. Il Circolo del PD di Nerviano dimostra di essere presente sul territorio, disponibile al dialogo ed al confronto democratico con tutte le forze politiche che non si riconoscono nella linea politica della Lega.

(Fonte immagine dati: www.comune.nerviano.mi.it)