25 aprile 2020

Festa della Liberazione


25 aprile 1945. Una data del secolo scorso. Niente di strano che un giovane dica del Novecento “ il secolo passato ”, e lo dice come noi abbiamo detto “ secolo passato ” per l’Ottocento. Se noi adulti ricordiamo il Novecento attraverso l’esperienza diretta, i giovani possono farlo solo attraverso l’esperienza indiretta del racconto: quello caldo dei genitori e dei nonni, e quello freddo dei libri di storia. A questi giovani bisogna rivolgere la nostra attenzione, essi sono i costruttori di un futuro dal quale speriamo sia bandita la parola guerra.
Questi ultimi decenni hanno visto una forte spinta per una “nuova memoria storica pacificata”. Si fa sempre più frequente una critica postfascista all’antifascismo, una vera offensiva alla memoria. Negli ultimi anni, c’è stato un forte inasprimento della disputa politica e culturale sulla memoria della Resistenza, con un martellante attacco revisionista nei confronti della lotta partigiana. Davanti a questi fatti abbiamo il dovere di mantenere alta una ferma mobilitazione a difesa della Resistenza. Abbiamo alle nostre spalle una storia molto importante, davanti a noi un futuro nel quale ancora bisogna conquistare nuove frontiere di civiltà. E’ necessaria una strategia comune che veda tutti i democratici impegnati a trasformare la memoria in educazione permanente delle nuove generazioni.
Solo chi non ha rispetto per i valori della Resistenza può pensare di far prevalere la disunione, l’intolleranza e la paura, in un paese moderno e maturo come il nostro che affonda le proprie radici nell’antifascismo e nelle grandi lotte unitarie che i lavoratori hanno condotto in tutti questi anni, nel solco aperto dalla Resistenza.
Questo è il primo 25 aprile dopo la Liberazione, a non vedere le celebrazioni per le strade e le piazze del nostro paese. Siamo chiusi nelle nostre case. Ma possiamo ugualmente far sentire la nostra voce e sventolare le nostre bandiere dai nostri balconi. E facciamo sentire la nostra vicinanza a quanti stanno combattendo una dura battaglia contro il nemico di oggi, un virus letale quanto il fascismo, che uccide con la stessa ferocia e che però riusciremo a vincere, uniti e rispettosi della libertà, proprio come durante la Resistenza. E a quanti sono morti in questi giorni, vogliamo dedicare quanto Elio Vittorini scrive in Uomini e no : “ che dobbiamo fare chiede Berta piangendo davanti ai morti ammazzati dai fascisti. Dobbiamo imparare risponde il vecchio. Imparare cosa chiede Berta, cos’è che insegnano. Quello per cui sono morti, rispose il vecchio “.
Evviva il 25 aprile! Evviva la Resistenza!

Circolo del Partito Democratico
“F. Ghilardotti”
Nerviano