12 gennaio 2019

Il mondo è di tutti

Un fiume in piena alimentato continuamente d’acque piovane, che cerca in tutti i modi di sfociare nel mare, sfondando argini ed allargando tutto quello che trova lungo il suo percorso.
La visione di questa epocale migrazione, potrebbe essere immaginata proprio così, un flusso inarrestabile che solo in parte è stato rallentato da accordi internazionali alquanto discutibili.
Solo la guerra o la fame possono stimolare la volontà nella gente di intraprendere un esodo di massa di queste proporzioni.
Disperati che sfidano i pericoli di un viaggio che non garantisce l’arrivo a destinazione.
L’Italia per il momento ha fatto la sua parte, salvando in mare migliaia di naufraghi che altrimenti avrebbero fatto una brutta fine anche se qualche volta Nettuno è riuscito comunque a reclamare le sue vittime.
Il punto dolente della questione migranti rimane essenzialmente l’accoglienza di queste persone, il controllo dei documenti e la distribuzione sul territorio sia Italiano che Europeo. Sono problemi enormi che non possono essere risolti facilmente, perché questa gente è quasi tutta sprovvista di documenti e la maggioranza degli italiani (e dei nostri partners europei) questi disgraziati sostanzialmente non li vogliono accettare.
Terroristi, stupratori, criminali, portatori di malattie o in alternativa ladri di lavoro, ecco cosa crediamo che siano queste persone. Purtroppo politici senza scrupoli hanno plagiato le nostre menti ingigantendo una situazione di relativo disagio, giocando sulle nostre eterne paure d’insicurezza.
Con questa percezione di grosso pericolo è chiaro che l’ospitalità non paga, anzi fa perdere consenso. Quando ormai il nostro cuore arido di sentimenti rimane solo un muscolo inscatolato in una corazza come quella di un carrarmato che neanche la vita o la morte del nostro prossimo può scalfire, vuol dire che siamo arrivati al culmine della intolleranza e della disumanità

Siamo diventati come animali che difendono il proprio territorio di caccia, non lasciamoci sopraffare dell’egoismo, i confini che l’uomo ha imposto alla terra sono provvisori, in continuo mutamento, il mondo è uno solo ed è di tutti.





A bordo della Sea Watch, Ackyil tiene in braccio Habiba [Fonte AGI]