01 dicembre 2018

La piazza di Garbatola e la mediocrità del progetto

Da quanto si è potuto finora constatare si può senz’altro affermare che il rifacimento della Piazza di Garbatola è un progetto che è partito male e terminato peggio.
Partito male in quanto l’amministrazione comunale non si è mai preoccupata di chiedere il parere degli abitanti di Garbatola su che tipo di soluzione adottare per la riqualificazione della stessa, sulla valorizzazione degli elementi storici in essa presenti, sul tipo di pavimentazione, sull’illuminazione,  cosi come sul parco giochi, sul verde, sui parcheggi, sulla presenza di asfalto in catrame, sui collegamenti con le piste ciclabili già esistenti e sui marciapiedi circostanti che rimangono fatiscenti.
Giova ricordare che la piazza di un qualsiasi borgo rappresenta il cuore della comunità e la riqualificazione della stessa non può essere concepita con sufficienza ed in modo approssimativo.
Sarebbe stato opportuno pensare ad un recupero storico ed architettonico attraverso la valorizzazione della facciata della Chiesa con il relativo sagrato. Piazza e Chiesa uniti in un corpo storico e architettonico unico e non divisi da strisce pedonali.
Sarebbe stato un modo per ripensare la vita della piccola comunità di Garbatola attraverso la storia della piazza e delle sue vecchie cascine, invece l’impressione generale è quella di un lavoro dozzinale, minimalista, lontano da una qualsiasi visione di recupero storico.
Dall’inizio dei lavori fino al termine la fisionomia della nuova piazza è rimasto un oggetto misterioso, quasi nascosto, mesi di ritardi, lavori portati avanti con estrema lentezza da pochi manovali non adatti per un lavoro così importante e delicato.
Notevoli i disagi per i pochi esercizi commerciali presenti, che a causa del cronico ritardo hanno subito un rilevante danno economico.
I lavori di riqualificazione di una piazza non sono paragonabili alla semplice asfaltatura di una strada ma rappresentano l’opera più importante che riguarda la vita della collettività, un’opera che simboleggia l’immagine del paese, il punto di aggregazione e di ritrovo della comunità.
Lo slogan utilizzato dalla Giunta Leghista sarebbe quello di rimarcare “almeno noi lo facciamo altri non sono stati capaci”.
Allora forse bisognava avere il coraggio di ascoltare gli abitanti e di fronte a soluzioni definitive, frettolose e semplicistiche rinviare il progetto per avere delle idee più chiare.
Sarebbe stato molto più consono utilizzare i fondi compensativi delle vasche di laminazione nel rispetto della loro naturale destinazione, ossia realizzare un’opera di miglioramento del territorio a Villanova che avrebbe potuto interessare il campo sportivo o l’illuminazione del parco giochi e della pista ciclopedonale sul Villoresi.
Invece si è scelto di utilizzare sulla piazza di Garbatola i fondi delle vasche di laminazione a discapito della comunità di Villanova, una scelta che penalizza fortemente la frazione che si ritrova una pista ciclabile nuova ma incompiuta in quanto la stessa termina nel bel mezzo della campagna di Via Tonale senza alcun collegamento con la ciclabile di Sant’Ilario.
Paradossalmente anche le piste ciclabili intorno alla piazza di Garbatola rimangono un’opera incompiuta. Manca infatti il collegamento con la ciclabile di Via Porta così come manca il collegamento con la ciclabile di Via XX Settembre.
Se avessero ascoltato i cittadini di Garbatola si sarebbe potuto ipotizzare la realizzazione della ciclabile su Via Isonzo per renderla meno pericolosa e per collegarsi a Pogliano e Lainate.
Mesi di lavori lentissimi, un cantiere con una pessima ed insufficiente segnaletica, errori grossolani come quello con la discesa pericolosissima dal ponte di Villanova che termina nel mezzo della ciclabile e rappresenta una insidia ed uno stato oggettivo di pericolo per ciclisti e podisti.
In definitiva dopo i lavori la  Piazza di Garbatola si presenta con una riqualificazione solo di facciata e un decoro alquanto "imbarazzante".