Da
quanto si è potuto finora constatare si può senz’altro affermare che il
rifacimento della Piazza di Garbatola è un progetto che è partito male e terminato peggio.
Partito
male in quanto l’amministrazione comunale non si è mai preoccupata di chiedere
il parere degli abitanti di Garbatola su che tipo di soluzione adottare per la
riqualificazione della stessa, sulla valorizzazione degli elementi storici in
essa presenti, sul tipo di pavimentazione, sull’illuminazione, cosi come sul parco
giochi, sul verde, sui parcheggi, sulla presenza di asfalto in catrame, sui
collegamenti con le piste ciclabili già esistenti e sui marciapiedi circostanti
che rimangono fatiscenti.
Giova
ricordare che la piazza di un qualsiasi borgo rappresenta il cuore della
comunità e la riqualificazione della stessa non può essere concepita con
sufficienza ed in modo approssimativo.
Sarebbe
stato opportuno pensare ad un recupero storico ed architettonico attraverso la
valorizzazione della facciata della Chiesa con il relativo sagrato. Piazza e
Chiesa uniti in un corpo storico e architettonico unico e non divisi da strisce
pedonali.
Sarebbe
stato un modo per ripensare la vita della piccola comunità di Garbatola
attraverso la storia della piazza e delle sue vecchie cascine, invece
l’impressione generale è quella di un lavoro dozzinale, minimalista, lontano da
una qualsiasi visione di recupero storico.
Dall’inizio
dei lavori fino al termine la fisionomia della nuova piazza è rimasto un oggetto
misterioso, quasi nascosto, mesi di ritardi, lavori portati avanti con estrema
lentezza da pochi manovali non adatti per un lavoro così importante e delicato.
Notevoli
i disagi per i pochi esercizi commerciali presenti, che a causa del cronico ritardo hanno subito un rilevante danno economico.
I
lavori di riqualificazione di una piazza non sono paragonabili alla semplice
asfaltatura di una strada ma rappresentano l’opera più importante che riguarda
la vita della collettività, un’opera che simboleggia l’immagine del paese, il
punto di aggregazione e di ritrovo della comunità.
Lo
slogan utilizzato dalla Giunta Leghista sarebbe quello di rimarcare “almeno noi
lo facciamo altri non sono stati capaci”.
Allora
forse bisognava avere il coraggio di ascoltare gli abitanti e di fronte a
soluzioni definitive, frettolose e semplicistiche rinviare il progetto per
avere delle idee più chiare.
Sarebbe
stato molto più consono utilizzare i fondi compensativi delle vasche di
laminazione nel rispetto della loro naturale destinazione, ossia realizzare
un’opera di miglioramento del territorio a Villanova che avrebbe potuto
interessare il campo sportivo o l’illuminazione del parco giochi e della pista
ciclopedonale sul Villoresi.
Invece
si è scelto di utilizzare sulla piazza di Garbatola i fondi delle vasche di
laminazione a discapito della comunità di Villanova, una scelta che penalizza
fortemente la frazione che si ritrova una pista ciclabile nuova ma incompiuta
in quanto la stessa termina nel bel mezzo della campagna di Via Tonale senza
alcun collegamento con la ciclabile di Sant’Ilario.
Paradossalmente
anche le piste ciclabili intorno alla piazza di Garbatola rimangono un’opera
incompiuta. Manca infatti il collegamento con la ciclabile di Via Porta così
come manca il collegamento con la ciclabile di Via XX Settembre.
Se
avessero ascoltato i cittadini di Garbatola si sarebbe potuto ipotizzare la
realizzazione della ciclabile su Via Isonzo per renderla meno pericolosa e per
collegarsi a Pogliano e Lainate.
Mesi
di lavori lentissimi, un cantiere con una pessima ed insufficiente segnaletica,
errori grossolani come quello con la discesa pericolosissima dal ponte di
Villanova che termina nel mezzo della ciclabile e rappresenta una insidia ed
uno stato oggettivo di pericolo per ciclisti e podisti.
In
definitiva dopo i lavori la Piazza di Garbatola si presenta con una riqualificazione solo di facciata e un decoro alquanto "imbarazzante".