16 dicembre 2018

(Con)fido nel cuore | Editoriale della domenica

La parola città definisce un insieme compatto di edifici atti alla vita sociale e la piazza uno spazio vuoto contornato da edifici che identifica un luogo pubblico e uno spazio civico di ritrovo, rappresentando il simbolo per eccellenza della vita civile e materiale. Tranquilli. Non è l’inizio di un trattato di urbanistica, non ne abbiamo le competenze. Siamo solo clienti, frequentatori abituali di strade e piazze. Essì, confessiamo la debolezza dell’andare a piedi e di lasciare, appena se ne presenti l’occasione, l’auto. E Nerviano di parcheggi ne offre parecchi.
Siamo i cultori di un arte ormai in disuso: passeggiare, nel senso più nobile, nel senso della flànerie. Insomma del perdere tempo, fare flanella come suole dirsi con una bella espressione popolare,  pratica ormai quasi del tutto dismessa. Oggi le città si attraversano, senza fermarsi perché cominciano a mancare le occasioni per fermarsi: le relazioni. Difficile ascoltarne il cuore allora perché difficile camminare per le sue strade. Solo camminando infatti, senza essere troppo immersi in se stessi, ci si apre all’altro, e nella relazione scopriamo le nostre carte e il gioco si sviluppa prendendo le direzioni più varie, dalla lite all’innamoramento, passando per cortesie varie e buone abitudini.
E proprio durante uno di questi spostamenti, così ci piace chiamarli, c’è venuta un’idea non certo originale ma senz’altro nuova per questo paese. Ci vengono spesso idee camminando: la civiltà è stata plasmata e umanizzata dal piede dell’uomo. Ci vuole quiete e tempo, senso della tradizione e comunione con l’ambiente. Ma non divaghiamo. Si diceva dell’idea non certo originale alla quale si pensava. Dunque, l’idea nasce durante una breve permanenza a Parigi. Là c’è un cimitero per animali dove i parigini possono seppellire le loro adorate creature. Girando per i suoi vialetti ordinati si possono leggere scritte sulle lapidi che raccontano di amori e anni di felicità trascorsi insieme a cani, gatti, cavalli, canarini e perfino galline. È il Cimitière des chienes di Asnières, a nord di Parigi, dove dal 1899 riposano in pace 40mila creature.
Da qui dunque l’idea di questa riflessione domenicale: uno spazio da destinare ai nostri amati animali. E se qualcuno in questo momento si sta indignando o peggio sbellicando dalle risate, beh, a questo qualcuno possiamo solo dire che se non ama gli animali non sa cosa perde. Altri si affretterà a dire che non è certo una priorità. Ma questo lo lasciamo decidere a quanti hanno avuto la pazienza di leggerci.

p.s.

La riflessione non ha virgolettato ma deve molto a Jean Christophe Bailly, pura poesia urbana la sua. A Walter Benjamin, teorico della relazione. A Alberto Savinio, in perenne ascolto del cuore delle città. Ai nostri attuali governanti, grandi esperti di priorità.