13 ottobre 2019

Una nuova politica di riuso degli spazi della città | L'editoriale della domenica

Leggo dal Corriere brutte notizie per i pedoni, quei coraggiosi cioè che vanno a piedi da un punto all’altro camminando su marciapiedi quando ci sono o sul ciglio della strada quando non ci sono. Spesso schiacciandosi lungo i muri e sperando di essere visti da automobilisti distratti da mille incombenze e pensieri per poter anche guardare la strada davanti a loro. Dunque vengo a sapere che tra i morti per strada uno su tre è un pedone e tra i feriti uno ogni sette. E non bastano le strisce pedonali a difendere: hanno smesso da tempo di essere un presidio di civiltà: rimangono una nota di colore. I controlli sono pressoché assenti durante il giorno e inesistenti nelle ore serali. Va peggio il sabato e la domenica.
Siamo convinti che (anche a Nerviano) la mobilità possa essere garantita prescindendo dall’uso dell’automobile. Andare a piedi camminando sicuri, su marciapiedi finalmente legalizzati con misure corrette e privi di ogni impedimento per anziani e disabili e disegnando infine una vera rete di piste ciclabili non solo per il tempo libero ma che colleghi utilmente i diversi punti del paese.
Nessuno ha mai deciso che le strade dovessero appartenere alle auto e non ai cittadini. La rinascita delle città, e anche di Nerviano, passa per lo sgombero delle strade dalle auto. Sgombero! Espressione che non ammette equivoci. Le strade cittadine non possono più essere soffocate dal traffico delle automobili. La m
obilità a Nerviano e nelle frazioni e tra Nerviano e le frazioni dovrà essere garantita prescindendo dall’uso dell’automobile, ”legalizzando” i marciapiedi e, laddove non ci sono, i percorsi pedonali (la striscia bianca non deve come adesso misurare uno spazio di 50 cm come nella via che attraversa s. Ilario). I parcheggi ci sono a garantire tutto questo.
Il sig. Sindaco M. Cozzi parlando di sé stesso dice spesso di avere le spalle larghe. Non siamo sicuri di sapere che cosa voglia dire. E confessiamo che ci interessa poco. E ha smesso di mandare “bacioni”, come del resto quell’altro. E confessiamo che non ne sentiamo la mancanza. Vorremmo sapere però se ha coraggio. Il coraggio di prendere delle decisioni che sappiano ignorare interessi degli uni e degli altri per puntare agli interessi di tutti. Ma non ci aspettiamo granché. “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” diceva quel tale. In questo il sig. Sindaco M. Cozzi continua la tradizione del suo omonimo ed ex sig. E. Cozzi.
La giustificazione sempre pronta da usare e abusare è che ci sono ragioni e vincoli che rendono difficile realizzare quello che “è scappato di dire“ in campagna elettorale. Certo ci sono le regole da rispettare, ma è il coraggio che manca. Da non confondere con l’insofferenza verso le regole “formali”, i tribunali, le “pastoie” legali, che vengono superati con atti (anche normativi) spesso patetici. Questa è ostilità verso lo Stato di diritto. “ Non saranno le leggi e le leggine a fermarci “, diceva quell’altro. Infatti si è fermato da solo.

P.s.
Dopo una lunga pausa riprendono gli editoriali. Questa volta chi scrive usa la prima persona singolare e promette di essere più attento alle questioni locali. Perché vi domanderete ? Ma perché le prossime elezioni si avvicinano e ci troveranno pronti e preparati alla battaglia: democratica per carità! Ci siamo affezionati alla Democrazia, noi!