20 novembre 2018

La nostalgia del possibile

George Steiner scrive dell’importanza del camminare nel suo ultimo libro The idea of Europa. Secondo Steiner è una pratica, quella del camminare, che ci differenzia dall’America:” In America non si va a piedi da una città all’altra”. L’Europa invece è stata plasmata e umanizzata dal piede dell’uomo. Ci vuole quiete e tempo, senso della tradizione e comunione con l’ambiente.
Nessuno ha mai deciso che le strade dovessero appartenere alle auto e non ai cittadini.
La rinascita delle città, e anche di Nerviano, passa per lo sgombero delle strade dalle auto che se le sono prese in malo modo, cacciando via (leggi buttando fuori strada) ciclisti e pedoni. E nessuno chiami questo nostalgia di quello che abbiamo avuto e non abbiamo più. E’ invece la nostalgia di quello che avremmo potuto avere e ancora siamo in tempo ad avere. Io la chiamo nostalgia del possibile, da qui il titolo a quanto vado scrivendo.
Alexander Langer ricordava che sua madre diceva che non conta tanto in che cosa si crede ma come si vive. Amava ricordare questa frase parlando a chi ha a cuore l’arte e la cultura della convivenza come unica alternativa realistica al riemergere di una generalizzata barbarie etnocentrica. Mi è difficile parlare di mobilità senza guardare a questi anni trascorsi. Mi impongo di non farlo per non essere accusato di aver sparato sulla Croce Rossa. Mi limito perciò a pormi una domanda: perché diventa così difficile far passare provvedimenti che sono nell’interesse di tutti? Per un motivo molto semplice, mi rispondo: mentre gli interessi diffusi sono figli di nessuno, portando grandi benefici generali ma piccoli vantaggi personali, quelli particolari hanno difensori agguerritissimi preoccupati di non perdere piccoli o grandi privilegi e rendite di posizione assai vantaggiose, solo per loro.
Non dovrebbe risultare impossibile cambiare e rivolgere la rotta verso una politica che affermi la dedizione agli interessi generali. Ci sono idee molto chiare in giro. Intendiamoci, non si pensa a instaurare “il terrore”, né cominciare a proibire: basta non rendere possibile certi comportamenti. La formula del Controllo sociale indiretto che avevamo cominciato a praticare un tempo: non vieto bensì non rendo possibile. Sembra troppo semplice e in realtà lo è. Basta vietare una svolta a sinistra in una certa strada e sottraggo un volume di traffico notevole a parti di territorio, traffico tra l’altro di importazione e non di indigeni.
La mobilità a Nerviano e nelle frazioni e tra Nerviano e le frazioni dovrà essere garantita prescindendo dall’uso dell’automobile, ”legalizzando” i marciapiedi (misure corrette e abbattimento di ogni impedimento all’uso di carrozzine per disabili e di passeggini), disegnando una vera rete di piste ciclabili, realizzando un collegamento continuo con un pulmino navetta tra tutti i punti nevralgici del territorio cittadino.
Una nuova politica di riuso degli spazi della città così da fare a meno dell’auto.